Scleroderma

Lo scleroderma è un insetto appartenente alla famiglia dei Betilidi, ovvero Imenotteri Aculeati, simili a delle piccole formiche. I Betilidi ovidepongono sulla superficie di larve di Coleotteri e Lepidotteri, che precedentemente hanno punto iniettando loro un veleno paralizzante.

Scleroderma

Alcune specie di Scleroderma e Cephalonomia sono spesso frequenti anche nelle nostre abitazioni. Possono parassitare le larve di diversi generi di coleotteri, come: 

  • Anobium;
  • Hylotrupes:
  • Stegobium;
  • Lasioderma;
  • Attagenus;

Spesso presenti nei mobili, nei libri, nei letti e poltrone. 

Scleroderma: le caratteristiche

Le femmine di questo genere sono spesso attere ed agilissime. Sono molto attive nella ricerca delle loro prede, che paralizzano con numerose punture velenose, nel giro di pochi giorni. 

È su di esse che depongono le uova, oltre 50 in un solo mese. In mancanza delle vittime, questi insetti possono pungere l’uomo, in modo piuttosto doloroso. Le specie considerate le responsabili delle punture effettuate all’uomo sono: 

  1. S. domesticum; 
  2. S. abdominalis; 
  3. Cephalonomia benoiti. 

Le conseguenze causate dalle punture

L’importanza sanitaria è causata dal notevole fastidio dovuto dal dolore e dal prurito delle punture. Queste ultime possono ripetersi stagionalmente anche per più anni. Risultano dolorose come una puntura con un ago rovente o un notevole pizzico: subito compare un punto rossastro.

Lentamente si forma una chiazzetta rosea che può diventare una papula rilevata, grande come una monetina. Le pruriginose lesione scompaiono dopo circa una settimana, dieci giorni al massimo. Raramente si formano chiazze orticarioidi, e sporadicamente insorgono fenomeni sistemici: 

  • malessere; 
  • febbre; 
  • nausea; 
  • vertigine;

In oggetti sensibilizzati. Non si conosce ancora la natura chimica del veleno dei Betilidi. 
Le punture si verificano sia di giorno che di notte, maggiormente in primavera-estate. Sono sempre multiple e colpiscono maggiormente le parti coperte del corpo:

  1. base del collo; 
  2. tronco; 
  3. basso addome; 
  4. cosce; 
  5. braccia; 

Lo scleroderma colpisce indifferentemente entrambi i sessi, senza distinzione tra età, stato sociale o tipo di abitazione. Le persone colpite notano e catturano l’insetto sul proprio corpo o nel proprio letto. Le punture, che possono ripetersi per settimane o mesi, avvengono quando la persona compie una determinata azione: 

  • andare a letto; 
  • sedersi su una poltrona; 
  • aprire un armadio; 

oppure quando si spostano mobili di legno tarlati. Il numero e la gravità delle punture è maggiore quando l’insetto abbia potuto moltiplicarsi indisturbato su vecchi mobili tarlati. Il dolore, prurito ed il ripetersi delle punture causano notevoli disturbi alla vittima, costretta ad abbandonare temporaneamente l’abitazione. 

Come prevenire ed evitare le punture

Effettuata una corretta diagnosi, che comprende: 

  • reperto dell’insetto; 
  • puntura urente; 
  • presenza di mobilio tarlato; 

Si può procedere con la difficile lotta all’insetto. In base al controllo, si intuiscono quale siano i mobili ospiti dello scleroderma. La vittima, infatti, riferisce di esser stata colpita in determinati posti: letto, poltrona o scrivania.

Ciò avviene quando vi è lo spostamento dei mobili da altre stanze. L’insetto punge l’uomo quando non trova più le prede abituali, e si verifica, appunto, con il cambiamento di mobili. Bisogna anche visionare la situazione dei mobili nell’abitazione, e riconoscere dunque: 

  1. il mobilio tarlato attraverso le caratteristiche di pregio; 
  2. i mobili presenti negli ambienti frequentati dall’uomo. 

È importante che il trattamento sia compatibile con le superfici interessate, agisca rapidamente e non permanga troppo nell’ambiente. Ovviamente vi sono diverse possibilità tra le soluzioni proposte per eliminare il problema, tra cui: 

  • l’impiego di fumigazioni dei mobili infestati e la distribuzione di piretroidi di sintesi nei locali; 
  • l’utilizzo di normali liquidi antitarlo, in uso dai mobilieri e restauratori; 
  • dopo aver trattato il mobile, avvolgerlo in materiale plastico, qualora le dimensioni lo permettano. 

Quest’ultima tecnica, sfruttata per alcune settimane, offre dei vantaggi: 

  1. aumenta l’efficacia del trattamento, consentendo la creazione di un ambiente saturo; 
  2. consente il normale utilizzo del locale; 
  3. impedisce la fuga dello scleroderma; 
  4. permette di quantificare il risultato del trattamento, contando nell’involucro numero di tarli e parassiti. 


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